Rating bancari modificati, altro danno importante per le imprese
Confcommercio Veneto: “si mantenga il rating del 2019, se i tassi non tornano sui livelli pre Covid-19, le piccole imprese hanno un nemico in più nella loro battaglia per la sopravvivenza”.
È allarme rating bancario per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi. "Un nuovo fronte che si apre e del quale non sentivamo assolutamente il bisogno – dichiara il presidente di Confcommercio Veneto Patrizio Bertin – che rischia di caricare di costi impropri le aziende già alle prese con i mille problemi causati dal virus".
La questione è semplice, ma i riflessi rischiano di essere drammatici."Il Covid-19 ha messo gli imprenditori con le spalle al muro – continua Bertin – e anche chi aveva una solida reputazione finanziaria è finito col doversi confrontare con qualcosa di mai visto e di non preventivabile. Adesso il rischio è che anni di onorabilità conquistata sul campo, finiscano per scontare qualche pagamento sospeso non per dolo o per mancata correttezza, ma semplicemente per chiusura delle attività imposta dal governo. Risultato: il rating peggiora e la banca di riferimento modifica il tasso dei prestiti in essere con un aggravio dei costi. È come dire che piove sul bagnato".
Dunque, al pari di altri provvedimenti che, di fatto, hanno congelato la situazione alla seconda metà di febbraio, anche il rating bancario dovrebbe essere quello che caratterizzava l'azienda esattamente in quel periodo. "In pratica – aggiunge Bertin – la nostra richiesta è che si mantenga il rating del 2019 perché quello è un parametro oggettivo della solvibilità dell'azienda. Quello che è successo dopo non è colpa degli imprenditori e, se vogliamo, non è colpa di nessuno".
Con capacità di contrattazione ridotte per via della dimensione, soprattutto le piccole imprese necessitano di un "ombrello" legislativo che "costringa" il sistema bancario a non tenere conto degli ultimi mesi. "Se i tassi – conclude il presidente di Confcommercio Veneto – non ritornano sui livelli del pre Covid-19 le aziende si troveranno ad affrontare un nemico in più in questa che, ormai, è diventata una questione di vita o di morte: o si aiutano veramente le imprese con provvedimenti che siano in grado di farle approdare, senza danni irreversibili, al 2021; oppure la moria di aziende sarà tale che un intero tessuto economico andrà in frantumi con un inevitabile riverbero sull'occupazione".
“Già in tempi di normalità – interviene anche Massimo Zanon, presidente di Fidimpresa Veneto – le piccole imprese fanno fatica ad accedere al credito. Se si va avanti con la linea di Basilea, secondo cui i prestiti vengono garantiti solo a chi già produce un reddito, si va incontro anche a un ulteriore aggravio di costi per la parte burocratica, come se queste aziende fossero delle multinazionali. Tutto ciò facilmente esporrà a una batosta. Nella situazione che stiamo attraversando, dopo il cataclisma della pandemia, c’è bisogno di liquidità subito. Senza un sostegno immediato, si prepara un terreno che non va bene per il mercato italiano e le conseguenze saranno pesanti”.