Fipe: “delusi da annunci senza seguito, serve un segnale”
Il decreto agosto "è un provvedimento che contiene molte cose con giuste finalità, ma ci aspettavamo di più. Non solo perché la ristorazione è tra i settori più danneggiati, ma anche perché – e questo ci preoccupa e ci disorienta – gli annunci fatti per un bonus del 20% sui consumi hanno creato giuste aspettative che se poi non arrivano risposte disorientano e fanno arrabbiare".
Così il presidente della Fipe Confcommercio Lino Stoppani, commenta il provvedimento varato dal Cdm. "Al di là del rammarico, comunque, questa è una conferma della posizione della politica italiana" nei confronti del settore, che nelle dichiarazioni si mostra disponibile, salvo poi non confermarlo nei fatti, evidenzia Stoppani, sottolineando invece l'importanza che viene data all'estero alla ristorazione. Un settore che ha "grandissimi valori economici ma anche immateriali, che per l'Italia sono la sua identità, lo stile di vita", osserva Stoppani, indicando la necessità di "dare un segnale al settore", anche perché "siamo i più disastrati, i più deboli".
Dl Agosto, Sib: "bene i pertinenziali, manca l'intervento sui canoni"
"Per gli imprenditori balneari il Decreto Agosto si limita soltanto a recuperare la norma salva pertinenziali che era stata improvvisamente e incautamente stralciata dal precedente decreto Rilancio. Per cui, eliminati finalmente i valori Omi (Osservatorio del Mercato Immobiliare), per le circa 300 famiglie dei pertinenziali si riapre la possibilità di una definizione agevolata del contenzioso". Lo dice Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe Confcommercio, all'indomani del varo del dl agosto.
"Se da una parte si tratta di una notizia certamente positiva – continua il presidente del Sib – dall'altra non possiamo non rilevare e sottolineare che questo decreto non contiene alcun intervento per l'eliminazione, la riduzione o il rinvio del pagamento dei canoni demaniali, né modifica il trattamento fiscale ingiusto e penalizzante per le 30mila imprese balneari (dall'aliquota Iva al 22% invece che al 10% come per tutte le altre aziende turistiche, al pagamento della Tari per l'intero anno e non per il periodo di effettivo esercizio dell'attività)". "Ci adopereremo affinché, in sede di conversione, il Parlamento effettui le opportune correzioni per una doverosa riduzione della pressione fiscale ad iniziare dall'esonero dal pagamento dei canoni per l'anno in corso", conclude Capacchione.