Federmoda: "Lavoro agile tra luci e ombre"
Il presidente Borghi fa un bilancio delle vendite per i negozi di moda ad un mese dal termine del lockdown. "Lo smart working è stato utile per ridurre le presenze ma potrebbe avere effetti devastanti su relazioni sociali, consumi e trasporti”.
“Ad un mese esatto dal termine del lockdown per i negozi di moda – afferma Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio – il 94% ha riaperto in Italia con la massima sicurezza per tutti. Per fare un bilancio sui consumi, dopo la prima settimana più incoraggiante, non abbiamo registrato grandi risposte dai consumatori. Ad oggi, nonostante gli sconti presenti nelle vetrine, il 76% dei fashion store ha registrato un calo delle vendite rispetto allo stesso periodo pre-covid; per il 17% le entrate sono in linea con quelle dello scorso anno e solo un 7% ha avuto un incremento. Qualche soddisfazione è arrivata dallo shopping di prossimità. Per il resto si aspetta che si allentino le preoccupazioni, unitamente ad un miglioramento del clima di fiducia che potrà arrivare con l’apertura dei confini e la ripresa del turismo, quanto meno quello intracomunitario. Anche lo smart working ha paralizzato gli spostamenti dei lavoratori dentro e verso le città più popolose e produttive.
"L’invito del Governo al massimo utilizzo del lavoro agile – continua Borghi – è stato preso alla lettera da gran parte di Enti pubblici e privati, riducendo in modo sostanziale e straordinariamente importante i flussi delle persone: quindi una modalità certamente più ‘smart’, ma sicuramente meno ‘work’ per i nostri negozi. Gli incontri e le riunioni in presenza, anche dei sistemi di rappresentanza, sono saltati e con essi gli spostamenti, creando, come effetto collaterale, la drastica riduzione dei consumi".
"Si capisce – conclude Borghi – che le aziende che hanno sfruttato questa nuova soluzione di lavoro abbiano tratto qualche beneficio dalla riduzione dei costi, senza incidere più di tanto sulla produttività, ma al contempo ritengo che questo approccio non debba essere troppo prolungato in tempi di normalità perché potrà avere effetti devastanti su relazioni sociali, consumi e trasporti”.