Coronavirus: per oltre metà delle imprese il problema è la mancanza di liquidità
Tra marzo e aprile oltre il 50% di fatturato in meno per 4 imprese su 10. E' quanto emerge dal
report Istat "Situazione e prospettive delle imprese nell'emergenza sanitaria Covid-19".
Report dell'Istat sulla "crisi economica che ha colpito il sistema produttivo", a seguito dell'emergenza Covid, analizzando la situazione e le prospettive delle aziende.
Oltre la metà delle Imprese (37,8% di occupati) prevede una mancanza di liquidità per far fronte
alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020. Lo rileva l'Istat in un report dedicato alle Imprese durante il lockdown sugli effetti dell'emergenza sanitaria e della crisi economica sulla loro attività.
Nella fase 1 dell'emergenza Covid (tra il 9 marzo e il 4 maggio) il 45% delle imprese con 3 e più addetti (458 mila, che assorbono il 27,5% degli addetti e realizzano il 18,0% del fatturato) ha sospeso l'attività. Per il 38,3% (390 mila imprese) la decisione e' stata presa a seguito del decreto del Governo mentre il 6,7% (68 mila) lo ha fatto di propria iniziativa. Sono invece il 22,5% (229 mila, che rappresentano il 24,2% degli addetti e il 21,2% del fatturato) le imprese che sono riuscite a riaprire prima del 4 maggio dopo un'iniziale chiusura, spiegando la decisione in diversi modi: a seguito di ulteriori provvedimenti governativi (8,8%), attraverso una richiesta di deroga (5,9%) o per decisione volontaria (7,7%).
Le microimprese (3-9 addetti), sono quelle più coinvolte nella sospensione delle attività: 48,7% contro 32,7% delle piccole (10-49 addetti), 19,2% delle medie (50-250 addetti) e 14,5% delle grandi (250 addetti e oltre), per una quota complessiva del 69,4%, considerando anche le Imprese minori inizialmente "sospese" che poi hanno riaperto.
Anche le piccole Imprese risultano particolarmente interessate dalla sospensione delle attività (62,1% rispetto a 46,7% delle medie e al 36,0% delle grandi) ma si distinguono per un'elevata incidenza di riapertura nel corso del lockdown (29,4%); seguono le Imprese di medie dimensioni (27,5% contro 20,7% delle micro e 21,5% delle grandi). Al contrario tra le medie e ancora di più tra le grandi Imprese prevalgono le realtà rimaste sempre attive (rispettivamente 53,3% e 64,0% contro 30,6% delle micro e 37,9% delle piccole).
Le chiusure delle attività economiche scandite dai diversi decreti hanno dunque determinato effetti di blocco operativo soprattutto per le Imprese di minori dimensioni, che in Italia, più che in altri paesi europei, rappresentano quote elevate in termini di occupazione e di risultati economici del sistema produttivo. Per l'impatto immediato e la capacita' di risposta, questa evidenza assume grande rilevanza, con implicazioni dal punto di vista sia della resilienza del sistema economico allo shock e sia delle misure legate alla gestione dell'emergenza e al supporto alla ripresa.